La Commissione Europea accusa Apple di violare le norme anti-discriminazione con pratiche di geo-blocking che limitano l’accesso ai servizi e ai contenuti digitali in base alla posizione geografica dell’utente.
L’Unione Europea ha puntato il dito contro Apple, accusandola di aver implementato pratiche di geo-blocking che discriminano i clienti europei. Il nodo della questione risiede nelle restrizioni imposte da Apple che impediscono agli utenti di accedere a determinati servizi e contenuti digitali in base alla loro posizione geografica.
Il Regolamento sul geo-blocking, in vigore dal 2018, vieta espressamente qualsiasi forma di discriminazione ingiustificata tra i clienti dell’UE basata su nazionalità, residenza o luogo di stabilimento. Questo significa che un utente residente in Italia dovrebbe poter accedere agli stessi servizi e contenuti di un utente residente in Francia o in Germania, alle stesse condizioni.
Le pratiche di geo-blocking di Apple, secondo l’UE, violerebbero questo principio fondamentale, limitando l’accesso a servizi come l’App Store, Apple Music e Apple TV+ in base alla posizione geografica dell’utente. Ad esempio, un utente italiano potrebbe non essere in grado di scaricare un’app disponibile in Francia o di accedere a un film presente nel catalogo di Apple TV+ di un altro paese europeo.
Inoltre, Apple è accusata di limitare i metodi di pagamento accettati per i suoi servizi digitali in base al paese di residenza dell’utente. Questo significa che un utente italiano potrebbe non essere in grado di utilizzare una carta di credito emessa in un altro paese europeo per acquistare un’app o abbonarsi ad Apple Music.
La Commissione Europea ha avviato un’indagine formale su Apple, chiedendo all’azienda di fornire spiegazioni e di adeguare le proprie pratiche alle normative europee. Se Apple non dovesse collaborare o non dovesse modificare le proprie politiche, rischia di incorrere in sanzioni pesanti.
Questa non è la prima volta che Apple si trova al centro di controversie legate alle sue pratiche commerciali in Europa. Negli ultimi anni, l’azienda è stata multata per violazioni delle norme antitrust e per pratiche fiscali aggressive.
La questione del geo-blocking è particolarmente delicata in un momento in cui l’Unione Europea sta cercando di creare un mercato digitale unico, in cui i cittadini europei possano accedere a servizi e contenuti digitali senza barriere e discriminazioni. Le pratiche di Apple, se confermate, rappresenterebbero un ostacolo significativo a questo obiettivo.
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